Il fumo può comportare l’insorgenza di diverse patologie ma non preclude la possibilità di donare. Si ricorda, infatti, che è lo stato di salute generale del donatore che conta e fa sì che il personale medico confermi la possibilità di donare.

Non è una banalità ed è comprensibile che per qualcuno possa esserci questo timore.Possiamo però dire che i prelievi sono effettuati da personale sanitario altamente preparato e professionale, ed il fastidio che si può avvertire è assolutamente temporaneo. Può un fastidio momentaneo essere più forte di un grande gesto di solidarietà verso chi ha bisogno di noi?

Non restare a stomaco vuoto: il giorno del prelievo è preferibile presentarsi dopo una leggera colazione. É possibile bere una spremuta, thè o caffè (senza latte). È consentito mangiare due fette biscottate con un cucchiaino di marmellata o un pacchetto di cracker. Non sono consentiti cibi grassi, latte e derivati.

Il materiale utilizzato per la donazione è sterile e monouso. Prima di poter effettuare la donazione sarà necessario compilare un questionario anamnestico e svolgere un colloquio privato con un medico specialista. Sarà possibile donare solamente se in seguito a questi due step si sarà considerati idonei. Questo a tutela della salute sia del donatore che del ricevente. Il sangue donato, inoltre, sarà analizzato. Successivamente si potranno ricevere le risposte delle analisi, monitorando così il proprio stato di salute. Tutte queste fasi confermano che sì: la donazione è sicura per i donatori ed è sicura per i riceventi.

Al lavoratore dipendente assicurato presso la gestione privata INPS è riconosciuto il diritto ad una giornata di riposo e alla relativa retribuzione, per la donazione di sangue. In caso di inidoneità alla donazione al lavoratore dipendente è garantita la retribuzione limitatamente al tempo necessario all’accertamento dell’inidoneità (articolo 1, decreto ministeriale 18 novembre 2015).Ai datori di lavoro spetta il rimborso delle retribuzioni corrisposte ai lavoratori per le ore non lavorate nella giornata di donazione.

Se da un lato il datore di lavoro non può rifiutare il permesso (D.M. 3 marzo 2005), al contempo il dipendente deve comunicare la decisione di recarsi a donare con un preavviso stabilito secondo le modalità eventualmente previste dal CCNL o dal regolamento aziendale.

Come previsto dalla Legge 219 del 2005, la giornata di lavoro retribuita rappresenta uno strumento creato per non pesare sul datore di lavoro in caso di assenza del lavoratore per la donazione di sangue. Tale strumento inoltre facilita la donazione di sangue e emocomponenti da parte del lavoratore dipendente, al fine di garantire l’autosufficienza. Tuttavia ad oggi in Italia più dell’80% dei donatori non fa ricorso alla giornata di permesso per recarsi a donare.